Dipinti liberi da schemi tecnici, giochi di squadre e passeggiate di gruppo. Zoe Giordano e Jessica Sciarnè ci raccontano perché la libera espressione artistica e la socializzazione rappresentano un momento importante nel piano di inclusione sociale
Ludopedagogia, cromoterapia e laboratori artistici per i minori soli non accompagnati. Sono solo alcune delle attività promosse dalla cooperativa Dedalus al centro interculturale Nanà . Riempire una tela per liberarsi dalla paura ed esprimere con i colori i propri stati d’animo, il proprio vissuto o ancora organizzare un gioco di squadra, vedere un film in gruppo e discuterne insieme: queste attività vanno così ad inserirsi nel mosaico di progetti portati avanti dagli educatori e mediatori della cooperativa. “Ho partecipato per tre mesi alle operazioni di “pronta accoglienza” nella struttura adibita a Marechiaro la scorsa estate – dichiara Zoe Giordano, educatrice presso il centro Nanà – è un momento molto delicato, i ragazzi arrivano sfiancati dal lungo ed estenuante viaggio, sono pieni di domande e soprattutto di aspettative che purtroppo non possono essere soddisfatte immediatamente…documenti, permessi, il desiderio di comunicare con i familiari, l’inizio di una vita fuori dal centro di pronta accoglienza. Spesso trascorrono mesi prima che i giovani siano pronti a lasciare il centro. Nel mentre – continua Zoe – noi educatori abbiamo il compito di avviare progetti di socializzazione, oltre che quelli condotti dagli altri operatori e dedicati alle lezioni di italiano, culturali e di avviamento professionale. ”La prima accoglienza, dunque è un momento nel quale il tempo gioca un ruolo fondamentale. L’attesa della “nuova vita” si protrae anche per 4/5 mesi ed è quindi importantissimo il compito degli educatori che intrattengono e sollevano il morale dei ragazzi cercando di creare “gruppo” e di far socializzare i minori costruendo un meccanismo di cooperazione e sostegno reciproco. “ Nelle nostre passeggiate e visite turistiche della città – conclude Zoe – non mi sembrava di svolgere un lavoro ma di stare con la mia comitiva di amici.Ed è ancora così anche nelle attività che promuovo al centro Nanà”.
Ancora pittura e disegno libero: “l’idea nasce da una mia passione personale – dice Jessica Sciarnè, volontaria che attualmente svolge il servizio civile nella sede di vicolo Tutti i Santi – è un modo per rilassarmi, per raccontare le mie emozioni senza bisogno delle parole. Così ho pensato che poteva essere un modo per far raccontare qualcosa di se ai ragazzi al di là delle differenze linguistiche senza turbare, con domande scomode , la propria sensibilità”. “Una tavolozza di emozioni” è quindi il progetto che vede impegnati, con grande partecipazione, i ragazzi che frequentano il centro Nanà. Senza schemi e senza tecniche.
I giovani sono così liberi da regole prestabilite e possono liberare la propria creatività su un foglio bianco che accoglierà, così, un pezzetto di anima e di vissuto che li ha particolarmente emozionati. “A causa delle distanze linguistiche si creano purtroppo dei sottogruppi – spiega ancora Jessica – l’espressione artistica è un codice universale che abbatte queste barriere e che permette di distendersi e rivivere (o vivere per la prima volta) un pezzetto di infanzia. Ritengo importantissimo il disegno soprattutto per gli adolescenti – conclude Jessica – pennelli e colori sono un antidoto infallibile contro la tristezza, il disagio e la paura. Tutti dovrebbero liberarsi delle proprie angosce ma anche comunicare la bellezza e la felicità con un disegno. La bellezza è emozione e le emozioni non seguono regole tecniche. Chiunque può dipingere!!!”. Paesaggi di terre lontane, pittura astratta o volti a noi sconosciuti…al termine del progetto sarà allestita una mostra dove tutti potranno ammirare le creazioni realizzate dai giovanissimi artisti del centro Nanà.
Claudia Cannavacciuolo