Monthly Archives: Gennaio 2025

Il Centro Nanà della Dedalus e il Salesiani Don Bosco: un obiettivo comune

Il Centro Nanà della Dedalus e il Salesiani Don Bosco: un obiettivo comune

Dedalus non ha solo l’obiettivo di insegnare l’educazione ai giovani minori migranti non accompagnati, anzi, la missione principale è quella di includere i ragazzi e farli sentire parte di una società, per non lasciarli da soli e isolati dal resto della popolazione. Per questo le lezioni d’italiano, così come altri insegnamenti importanti su altre materie, ma soprattutto sul rispetto delle regole, non bastano. Per questo motivo abbiamo creato il progetto InStreet, per connetterci a loro e insegnargli la creatività dell’organizzazione, ma il focus maggiore è sulla loro inclusività, diffondendo tra di loro la cultura dello sport e promuovendo l’integrazione tra il popolo italiano e i migranti.

Tra le altre cose, oltre ai tornei di basket e di ping pong che si sono tenuti rispettivamente a Piazza Garibaldi e al Centro Nanà, il centro interculturale non poteva non organizzare anche degli appuntamenti settimanali per una sana e amichevole partita di calcio. L’appuntamento si tiene ogni martedì mattina, giorno in cui gli operatori sociali accompagnano i ragazzi del Centro Nanà al Salesiani di Don Bosco.

Gli operatori di Nanà si sono impegnati affinché si potesse tenere un appuntamento a settimana per tenere i giovani studenti impegnati anche al di fuori delle attività scolastiche. Il motivo però non è solo ed esclusivamente per permettere loro di divertirsi e svagare, ma principalmente per farli sentire a casa. Come ben sappiamo, infatti, lo sport è una delle attività più importanti delle nostre vite e il calcio è un punto focale della cultura sportiva mondiale. Un altro ottimo metodo per diffondere la cultura nostrana ai ragazzi minorenni e neomaggiorenni e permettere loro di abbracciarla e renderla propria.

Ma non solo, il calcio è uno sport che gli permette di far parte di una squadra e di creare nuovi legami, anche con i dipendenti del centro per giovani, il Salesiani di Don Bosco, con cui si collabora da anni mediante l’utilizzo del campo da calcio in cui i nostri ragazzi possono giocare e collaborare in squadra, ovviamente rispettando sempre le regole del centro e del gioco stesso.

Il centro Salesiani ha degli obiettivi che si sposano perfettamente con quelli del Centro Nanà, aiutare le persone, specialmente le più fragili, ad integrarsi e imparare l’educazione attraverso lo sport. Don Bosco è una delle 2.000 istituzioni del Salesiani su 15.000, presenti in 132 paesi del pianeta, ad essere attivo nel campo giovanile. In questo centro sono presenti tantissimi giovani guidati da un tutor o un insegnante che da loro la possibilità di svagarsi, imparare e abbracciare la cultura sportiva.

Tutto in un centro di una Congregazione Cattolica di persone che hanno deciso di dedicare la loro vita a Dio attraverso il servizio ai giovani, in particolare ai poveri e ai disagiati. Coloro che ne fanno parte infatti sono entrati in questa forma di vita lavorando con i voti religiosi, vivendo in comunità, educando ed evangelizzando i giovani secondo l’esempio di San Giovanni Don Bosco, un Santo del diciannovesimo secolo.

Tuttavia non è solo la storia del Salesiani di Don Bosco a essere interessante, ma anche tutte le opportunità che il centro per giovani offre. Tra quelle già citate di permettere ai giovani di integrarsi e sentirsi parte di una società e di seguire la spiritualità del santo San Giovanni Don Bosco, c’è anche quella di mettersi in mostra agli occhi degli esperti sportiv. Il calcio soprattutto, infatti, è uno sport che, specialmente nel nostro paese, permette ai giovani di crearsi una carriera da calciatore e di stravolgere la propria vita con tutte le opportunità lavorative che questo sport offre. Il calcio è molto comune anche nei paesi da cui i ragazzi provengono, ma in Italia possono unire l’utile al dilettevole e farsi strada in questo mondo, raggiungendo vette molto alte ed entrando nella storia del calcio.

Molti nomi famosi sono partiti dal niente, giocando in campi sportivi di associazioni, comunità o scuole religiose, come nel caso del Salesiani. Un modo per gli studenti appassionati di mettersi alla prova e affrontare delle sfide, con dei personaggi che danno loro la possibilità di continuare ad allenarsi e diventare ancora migliori, sia come giocatori che come persone, entrando a far parte di squadre di calcio di varie leghe e così lavorare facendo ciò che più gli piace. Un modo per cambiare totalmente la loro vita ma ricordando sempre da dove sono venuti, questo grazie alla collaborazione tra il Centro Nanà e il Salesiani di Don Bosco.

Ivan Telese

Il Centro Interculturale Nanà compie 20 anni!

Il Centro Interculturale Nanà compie 20 anni!

In occasione della Giornata Internazionale dei Migranti, sancita dall’Assemblea Generale dell’ONU il 18 dicembre 1990, Dedalus ha deciso di festeggiare i 20 anni di Nanà. Per alcuni membri storici della cooperativa, il 19 dicembre 2004 sembra ancora ieri, eppure da quel fatidico giorno sono passati ben due decenni. Un giorno che ha permesso a molti giovani di avere un’occasione per costruirsi una vita, partendo da un rifugio in cui farsi accogliere dalle comunità per poi permettere loro di spiccare il volo e integrarsi nella società di un paese diverso dal loro. Una missione che Dedalus ha deciso di intraprendere aprendo il Centro Nanà. un luogo in cui imparare, studiare e allo stesso tempo divertirsi.

Il lavoro svolto a Nanà ha sempre avuto come obiettivo l’accoglienza, la tutela e la promozione dei diritti dei minori stranieri non accompagnati, ma anche dei neomaggiorenni migranti. Nanà si è contraddistinta per la sua ammirevole abilità di stringere legami, dare supporto alle persone ed intessere buone pratiche con i servizi del territorio. Questo lavoro svolto alla perfezione, con la missione di aiutare i bisognosi, ha permesso a Nanà di caratterizzarsi come uno spazio aperto e di prossimità che può raggiungere anche i ragazzi più vulnerabili. Ma Nanà è anche un luogo innovativo, originale e che bada molto ai bisogni dei ragazzi.

La festa si è tenuta proprio il 19 dicembre 2024, giorno in cui il centro interculturale ha raggiunto la soglia dei 20 anni. Nanà è partito in piccolo, costruendo le prime mura e abbellendo la struttura con tutta l’attrezzatura necessaria per soddisfare i bisogni dei giovani minorenni non accompagnati e neomaggiorenni, per poi arrivare a quello che è oggi. I partecipanti sono stati in tanti e tutti si sono uniti con un buffet, con dei piatti preparati da Zazzu – Gusto Sano Napoletano, piatti gustosi e sani. Non sono mancate ovviamente le bevande, anche quelle sane, con dei succhi di frutta biologici e dei deliziosi dolcetti. Ovviamente il tutto accompagnato da della sana musica, mentre i membri storici di Dedalus hanno parlato della nascita di Nanà e della sua storia.

Ciò su cui il centro Nanà si basa è aiutare le persone in difficoltà, un modo per rendere il mondo un posto migliore. Molti ragazzi che Nanà ha aiutato a crescere, ad imparare e a integrarsi nella società oggi sono riusciti a realizzare qualcosa di grande. Molti di loro ora fanno un lavoro nobile che aiuta gli italiani a soddisfare le loro necessità. Questo perché Nanà ha deciso di accoglierli e di prendersene cura per costruire, fortificare e soprattutto permettere ai giovani di vivere insieme in una società.

La giornata dei 20 anni di Nanà ha avuto la partecipazione di grandi attori del settore. La giornata si è aperta con la registrazione dei partecipanti e l’apertura dei lavori e la presentazione della giornata, iniziata con Elena de Filippo, presidente della Cooperativa Sociale Dedalus e con Glauco Iermano, il responsabile dell’area Msna della Cooperativa Sociale Dedalus. La giornata è poi proseguita con il primo Panel: Accogliere – Accompagnare, che ha avuto anche la partecipazione di uno studente di Dedalus, Mustapha Camara, che ha collaborato insieme a Hawa Mohamed Ali, mediatrice culturale del Centro Nanà e di Dedalus, Paola Loffredo, la responsabile G.A Vavisol di Dedalus, la coordinatrice dei Percorsi Autonomia Guidata Nunzia Cipolla, il responsabile dell’accoglienza MSNA del Salesiani a Don Bosco, Giovanni Vanni e infine Sabrina Riso, del Servizio minori Infanzia Adolescenza, tutto coordinato da Ilaria Guerra del Centro Nanà.

Siamo poi arrivati al secondo Panel: Conoscere – Includere, coordinato da Gennaro Curallo, che parla di Nanà come un’opportunità di apprendimento, di crescita e di emancipazione. I protagonisti sono stati Abou Bakayoko, studente e tirocinante, Mariangela Acampora, operatrice sociale del Centro Nanà di Dedalus, Michele Nunziata, il direttore del CPIA di Napoli, Giuliano Capasso, altro operatore di Dedalus, Alessandra Barzaghi della Fondazione ISMU ETS e l’imprenditore Stefano Scala. Di seguito c’è stato il terzo Panel coordinato da Natalia Nives Mordente: Comunità (educante) – Sicurezza, con la partecipazione dello studente e operatore interculturale Omar Marong, il responsabile G.A Aliante di Dedalus Edlir Sina, il mediatore culturale del centro Nanà Dilal Hossen, la soprintendente e governatrice Pio Monte Misericordia Fabrizia Paternò dei Duchi di San Nicola, il presidente della Fondazione San Gennaro Pasquale Calemme e la presidente del Civico Zero Onlus Laura Cucinelli.

Infine si è parlato di progetti, collaborazioni, scenari, territori e luoghi, insieme ad Andrea Morniroli della cooperativa sociale Dedalus del progetto La Bella Piazza/RISVEGLIARE LA COMUNITÀ e a Gianluca Pisano e Dora Artiaco, del Servizio Minori Infanzia Adolescenza del Comune di Napoli, che hanno lavorato al progetto PAG Neomaggiorenni/UN SOSTEGNO VERO. La serata si conclusa parlando di confronto, prospettive e proposte e gli attori protagonisti sono stati Claudia De Luca, della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, Luca Trapanese, l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, la project manager dell’iniziativa Never Alone Viviana Valastro, la presidente Equality di Padova Barbara Maculan, il professore di Dirito costituzionale dell’Università Federico II di Napoli e Presidente dell’associazione Mani Tese Renato Briganti, Virginia Costa della direzione del Servizio centrale SAI e Stefania Congia della direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il tutto coordinato da Glauco Iermano. La giornata si è conclusa con buffet organizzato da Zazzu – Gusto Sano Napoletano e con musica e socializzazione con i ragazzi di Nanà.

InStreet: lo sport per i ragazzi

InStreet: lo sport per i ragazzi

Lo sport è uno dei punti più importanti della nostra vita, che esso sia solo per divertimento o per uno scopo più grande, come costruirsi e affrontare le sfide. Questo Dedalus lo sa, motivo per cui ha deciso di diffondere la cultura dello sport e coinvolgere i ragazzi che non conoscono queste forme di divertimento e disciplina e, nel migliore dei casi, farli appassionare a tal punto da renderli dei grandi campioni. Per la gioia degli appassionati (e dei nostri ragazzi), Dedalus ha organizzato ben due giornate destinate al puro divertimento, agli scambi interculturali e alle amicizie.

Gli sport praticati in strada hanno dei benefici molto importanti e danno ai giovani un profondo senso di libertà e spontaneità nel gioco. Il progetto InStreet si focalizza sulla crescita e l’insegnamento ai giovani dell’organizzazione, usare creatività e lavorare in team. L’obiettivo principale di questo progetto è quindi quello di condividere esperienza e conoscenza sullo sport, lavorando con la vulnerabilità dei giovani e incorporare gli aspetti positivi come strumento per connettersi ai ragazzi, giocando con loro nei luoghi dove vivono, con la missione di rassicurarli di non essere soli ed emarginati nella società locale. Il progetto di InStreet consiste nel:

  • Aumentare l’inclusività dei migranti e della gioventù nella società applicando la metodologia sviluppata dall’Associazione Faros di Atene, che consiste nell’attuare praticità sportiva e buon approccio alla vita.
  • Aumentare le capacità delle organizzazioni sportive locali e dell’organizzazione attraverso la pratica e usando gli sport di strada come strumento principale.
  • Promuovere l’integrazione e aumentare la consapevolezza tra i giovani sugli eventi sportivi in Grecia e in Italia.

I giorni destinati a queste attività sono state fissate per il 22 novembre 2024, giornata dedicata al torneo di ping pong, e precisamente una settimana dopo, il 29 novembre, dedicato invece al torneo di basket. Il primo giorno ha visto dei grandi match nel Centro Nanà, con alcuni ragazzi che hanno messo in mostra le loro incredibili abilità con la racchetta. Il campione del torneo di ping pong si è rivelato essere Omar Ramadan, che ha guadagnato la sua vittoria con sportività e lealtà. Il torneo di basket invece ha visto anche il ritorno di una vecchia cara conoscenza delle Officine Gomitoli, George Osayande, che ha ottenuto la sua vittoria insieme al suo team sotto i riflettori di Piazza Garibaldi. Diamo il dovuto riconoscimento anche agli altri team, formati dalla suddivisione in squadre a 3 giocatori.

Un evento sportivo che ha permesso ai ragazzi provenienti da terre lontane per abbracciare la cultura non solo italiana, ma anche quella dei giochi sportivi che nei loro paesi non sono molto comuni. Hanno partecipato con molta energia ed entusiasmo, all’insegna della musica e senza farci mancare snack e bevande. Un modo per permettere ai giovani minorenni non accompagnati di divertirsi e distrarsi, ma allo stesso tempo anche di imparare a convivere con gli altri in modo civile e sempre con molta cordialità e rispetto delle regole e di tutte le persone. Questo è l’obiettivo principale del progetto InStreet, condividere la passione dello sport con i giovani e farli sentire parte di una società.

Ivan Telese