Monthly Archives: Ottobre 2023

Brindisi al centro Interculturale Nanà

Brindisi al centro Interculturale Nanà

 Peer operators e corsi di italiano

Il giorno mercoledì 27 settembre il centro Nanà ha avuto ben due eventi da festeggiare: l’ inizio dei nuovi corsi d’ italiano L2 e di preparazione alla licenza media inferiore per l’ anno scolastico 2023-2024 e la premiazione dei ragazzi che hanno completato il corso di formazione per “peer operator” nell’ ambito del progetto “Oltre l’ approdo”.

L’ innovativa figura professionale del peer operator è tra le più particolari e ricche di potenzialità all’ interno del mondo delle cooperative sociali poiché si tratta di un operatore o un’ operatrice che assume un ruolo da educatore all’ interno di una comunità di cui è stato ed è una parte integrante. Il peer operator ( a tal proposito è utile ricordare che “peer” è la parola inglese per “pari”) ha il grande vantaggio di essere un “insider” rispetto alla platea di assistiti alla quale viene destinato. Mentre l’ operatore sociale in quanto membro esterno alla comunità di riferimento , può inizialmente essere percepito come una minaccia e se non una minaccia, comunque come un “altro” diverso da noi che difficilmente potrà comprenderci e aiutarci, questa problematica non tange minimamente il peer operator , il quale , al contrario, viene percepito come un proprio pari, una persona con un vissuto e uno status simile al nostro al quale non ci sarà bisogno di spiegare le nostre problematiche e paure perché sarà stato lui/lei ad averle già sperimentate in prima persona e dunque a comprenderle completamente. Il punto di forza di questa innovativa figura professionale è quindi il particolare rapporto “operator- destinatario” di reciproca fiducia e comprensione, basato sull’ ascolto attivo e una capacità di empatizzare che nasce dalla condivisione di esperienze comuni; insomma, un rapporto che l’ operatore sociale tradizionale riesce a raggiungere solo in seguito a un lungo percorso di costruzione della fiducia.

Alla premiazione dei tre ragazzi che hanno completato il corso di formazione di 170 ore per peer operator ( Ilias, Rabbi e Buba) hanno assistito numerosi , con entusiasmo ed orgoglio, i i numerosi studenti del Centro Nanà e di Officine Gomitoli. Infatti occasione di festeggiamento e ritrovo non è stata solo la premiazione dei nostri ragazzi, ma anche l’ inaugurazione dei nuovi corsi di italiano, nello specifico, sono stati attivati tre corsi di alfabetizzazione della lingua italiana e un corso di preparazione al conseguimento della licenza di terza media in vista della sessione d’esami di Marzo attivata in via straordinaria quest’ anno. L’apprendimento della lingua è uno dei cardini dell’ integrazione, si tratta dello strumento più basilare ma allo stesso tempo del più forte e importante a disposizione dei ragazzi, un vero e proprio strumento di difesa che rende i nostri giovani membri della società più forti e più capaci di difendere se stessi, i propri interessi , i propri diritti e le proprie idee. Dopo il discorso inaugurale delle nostre insegnanti d’ italiano e la premiazione dei peer operators hanno avuto inizio i festeggiamenti del centro Nanà che sono andati avanti per tutta la mattina tra partite a biliardino e a ping pong , fiumi di patatine e bollicine (ovviamente analcoliche).

Nanà è sempre più blu

Progetto “Scugnizzi a Vela”

Nanà è sempre più blu

Progetto “Scugnizzi a Vela”

L’ estate, che è stata lunga e rovente, finalmente sta per cedere il posto ai giorni d’ autunno e dei mesi scintillanti ormai trascorsi a tutti noi non resta altro che dei bei ricordi. C’è in particolare un evento settembrino che ricorderemo a lungo perché è ormai impresso nel cuore del Centro Nanà, e risale per l’ esattezza al giorno 11 settembre, quando i nostri ragazzi sono stati ospiti dell’ associazione Life Onlus nell’ ambito dell’attività progettuale “Scugnizzi a Vela”. L’ associazione, che opera nella nostra città ed è presieduta da Stefano Lanfranco, ha lanciato, da alcuni anni, il citato progetto, finalizzato alla integrazione dei ragazzi a rischio di devianza ed emarginazione, attraverso le attività di restauro e velaterapia di storiche imbarcazioni a vela in legno appartenute alla Marina Militare. Mario Fontana e Stefano Lanfranco (e per questo li ringraziamo) hanno dato anche ai nostri ragazzi l’ opportunità di essere parte, per un pomeriggio, di questa splendida iniziativa che vuole avvicinare i giovani alla storia, alla cultura e all’ arte marinaresca. A quest’ esperienza marittima hanno preso parte 2 operatori e 7 ragazzi , i quali la mattina di lunedì 11 settembre si sono recati al molo Beverello per imbarcarsi (letteralmente) in un’ esperienza di educazione informale volta all’ apprendimento della cultura marittima, che coniuga armoniosamente in sé i concetti rigidi ma necessari di cooperazione e disciplina con quelli di bellezza e natura, elementi di cui oggi è sempre più facile sentire la mancanza.

Abbiamo avuto modo di parlare dell’ importanza delle regole, della necessità di attenersi a un codice condiviso quando si è in mare e si convive tutti insieme in uno spazio ristretto come può esserlo quello di una barca a vela , dell’ essenzialità della cautela e soprattutto dell’ imprescindibilità del rispetto verso la natura: il mare è a tutti gli effetti un essere vivente e in esso alita una vita esuberante che non può e non deve essere umiliata dal comportamento degli uomini. Fondamentale è stata anche la ricerca del bello: la rieducazione alla bellezza è un esercizio quotidiano che si basa sull’abilità di scovare i particolari di meraviglia anche nel più ordinario dei contesti abituali, tuttavia quando ci venga difficile stanare questi minimi bagliori di bellezza, quale cura migliore per riacquistare la fiducia che non perdersi nel blu sempre più blu del golfo di Napoli?

Inoltre, nella piccola compagnia che ha preso parte all’ avventura, si sono accumulate le provenienze più disparate: Marocco, Tunisia, Burkina Faso, Pakistan e Bangladesh; infatti, per molti di questi ragazzi, il mare è strettamente connesso con il viaggio intrapreso per approdare in Europa, rappresenta quindi un’ entità intimamente negativa, fonte (o per lo meno reminiscenza) di dolori e nostalgie, ricordo di mancanze e promemoria costante di tutto ciò che è rimasto dall’altro lato del viaggio. Motivo per cui l’ esperienza che “Scugnizzi a Vela” ha reso possibile, mettendo di nuovo questi ragazzi in stretto contatto con il mare, ha un’ importanza ancora più grande perché diventa in primo luogo l’ atto di riappropriazione della propria spensieratezza, la riaffermazione di un valore positivo che può avere il mare così da esorcizzare tutto il negativo che l’ ha preceduto.

Fede A.