L’ estate, che è stata lunga e rovente, finalmente sta per cedere il posto ai giorni d’ autunno e dei mesi scintillanti ormai trascorsi a tutti noi non resta altro che dei bei ricordi. C’è in particolare un evento settembrino che ricorderemo a lungo perché è ormai impresso nel cuore del Centro Nanà, e risale per l’ esattezza al giorno 11 settembre, quando i nostri ragazzi sono stati ospiti dell’ associazione Life Onlus nell’ ambito dell’attività progettuale “Scugnizzi a Vela”. L’ associazione, che opera nella nostra città ed è presieduta da Stefano Lanfranco, ha lanciato, da alcuni anni, il citato progetto, finalizzato alla integrazione dei ragazzi a rischio di devianza ed emarginazione, attraverso le attività di restauro e velaterapia di storiche imbarcazioni a vela in legno appartenute alla Marina Militare. Mario Fontana e Stefano Lanfranco (e per questo li ringraziamo) hanno dato anche ai nostri ragazzi l’ opportunità di essere parte, per un pomeriggio, di questa splendida iniziativa che vuole avvicinare i giovani alla storia, alla cultura e all’ arte marinaresca. A quest’ esperienza marittima hanno preso parte 2 operatori e 7 ragazzi , i quali la mattina di lunedì 11 settembre si sono recati al molo Beverello per imbarcarsi (letteralmente) in un’ esperienza di educazione informale volta all’ apprendimento della cultura marittima, che coniuga armoniosamente in sé i concetti rigidi ma necessari di cooperazione e disciplina con quelli di bellezza e natura, elementi di cui oggi è sempre più facile sentire la mancanza.
Abbiamo avuto modo di parlare dell’ importanza delle regole, della necessità di attenersi a un codice condiviso quando si è in mare e si convive tutti insieme in uno spazio ristretto come può esserlo quello di una barca a vela , dell’ essenzialità della cautela e soprattutto dell’ imprescindibilità del rispetto verso la natura: il mare è a tutti gli effetti un essere vivente e in esso alita una vita esuberante che non può e non deve essere umiliata dal comportamento degli uomini. Fondamentale è stata anche la ricerca del bello: la rieducazione alla bellezza è un esercizio quotidiano che si basa sull’abilità di scovare i particolari di meraviglia anche nel più ordinario dei contesti abituali, tuttavia quando ci venga difficile stanare questi minimi bagliori di bellezza, quale cura migliore per riacquistare la fiducia che non perdersi nel blu sempre più blu del golfo di Napoli?
Inoltre, nella piccola compagnia che ha preso parte all’ avventura, si sono accumulate le provenienze più disparate: Marocco, Tunisia, Burkina Faso, Pakistan e Bangladesh; infatti, per molti di questi ragazzi, il mare è strettamente connesso con il viaggio intrapreso per approdare in Europa, rappresenta quindi un’ entità intimamente negativa, fonte (o per lo meno reminiscenza) di dolori e nostalgie, ricordo di mancanze e promemoria costante di tutto ciò che è rimasto dall’altro lato del viaggio. Motivo per cui l’ esperienza che “Scugnizzi a Vela” ha reso possibile, mettendo di nuovo questi ragazzi in stretto contatto con il mare, ha un’ importanza ancora più grande perché diventa in primo luogo l’ atto di riappropriazione della propria spensieratezza, la riaffermazione di un valore positivo che può avere il mare così da esorcizzare tutto il negativo che l’ ha preceduto.
Fede A.