Child 10, fondazione svedese impegnata nel sostenere i minori e le fasce vulnerabili nel mondo, dal 2014 consegna ogni anno un premio a 10 esponenti di organizzazioni del mondo, che si sono distinti nel lavoro sociale ed in particolare nel “sostegno e cura dei minori a rischio di tratta e di sfruttamento che giungono in Europa”, ma è la prima volta che a ricevere il premio è un operatore italiano che, si legge nella motivazione della premiazione, “ha guidato i ragazzi in un percorso di inclusione, legalità e opportunità, proteggendoli dal rischio dello sfruttamento. Un riconoscimento al lavoro ventennale di Glauco Iermano, che dal 2007 è socio della cooperativa sociale Dedalus, che ha fatto dell’inclusione socio-educativa e lavorativa un perno del lavoro con i minori stranieri.
#LucaParente incontra e conosce il Centro Nanà di Napoli
A Napoli, si sa, molti servizi non funzionano, la città è sporca, fa caver’ e nei mezzi pubblici va in scena una sorta di gara per la top list degli accidenti urbani che vanno al rovescio. O’ tiatr napulitan !
A me
però oggi, lunedì 15 luglio 2019, è capitato qualcosa di diverso. Sono stato a
Marechiaro, la cartolina di Napoli, quella della famosa
“fenestrella”, dove l’associazione dell’omonimo quartiere ospitava
una decina di ragazzi minorenni (o quasi) del Centro Naná della Cooperativa
sociale. Io ero l’unico ospite imbucato, inatteso e non preventivato ma nessuno
se n’è accorto. Ero clandestino, allora ho provato a fingere un accento aretino
ma si parlavano indifferentemente le lingue del mondo, quindi prevalentemente
napoletano, e l’unico intento era quello di capirsi al minimo cenno. Gambia,
Mali, Kossovo, Tunisia, Marocco, Libia, Latina, zona vesuviana/flegrea,
Verbania… senza neppure tentare l’ordine alfabetico.
Era la
semplice realtà che trovi nelle scuole di ogni metropoli del mondo ma non si
era in aula e non si partiva dalla teoria, amen.
Non si
parlava di integrazione, cittadinanza attiva, inserimento
abitativo-educativo-socialculturale, le chiacchiere stavano semplicemente a
zero.
C’erano
Giuliano, Cecilia e Glauco, cioè gli educatori, che seppur rilassati avevano gli
occhi anche dietro la testa per accompagnare l’armata Brancaleone a mare.
Avevamo di tutto: “il rapper” sempre connesso, che per inseguire il
selfie lo dovevi scollare dai muretti panoramici che sembravano strapiombi.
“Il timido silenzioso”, che meno parlava l’italiano e più cercavi di
intercettarlo. Poi c’era “il solidale”, che sbucava sempre dove c’era
bisogno. Infine forse “l’agile”, che sugli scogli sfoggiava parcour e raccoglieva tachicardie
scomposte. Il mio preferito però era il gambiano, cioè quello talmente pacifico
che si è addormentato sulla sdraio con il sorriso e il telefono sulla guancia
ascoltando Rocco Hunt. Gesù la contaminazione! Corre voce che ci sia
addirittura la prova video. Speriamo non diventi virale.
Insomma,
nello stupore di Pausyllipon, era previsto che la paranza noleggiasse
addirittura le canoe per esorcizzare i recenti traumi di chi ha in comune una
sola cosa: la drammatica traversata a mare per mettere piede a terra.
E se le
chiacchiere dovevano stare a zero, sarebbe un dovere provarci pure con la
retorica. Ci provo anch’io ma non è detto che ci riesca.
Quelli che
non sapevano nuotare, e non solo, hanno indossato comunque il giubbotto
salvagente e ci siamo spinti in due gruppi fino alla Gaiola e oltre. Grotte,
onde, remate inaspettatamente a sincrono, cozze, ricci sotto i piedi, gabbiani
e silenzio.
Accelerando
nel racconto, sembrerebbe che l’unico che, pur di farsi il bagno, abbia fatto
capovolgere la canoa imbarcando irrimediabilmente acqua vicino agli scogli…
sia stato il guru della pagaia, cioè il sottoscritto. E poco interesserebbe se
non fosse che, come una maledetta murena da dentro gli scogli, spuntasse fuori
“il solitosolidale” in soccorso. Chiede prima di tutto di me, della
mia persona, poi tira su la mia fottuta canoa da fiume, la svuota e recupera il
remo. Anche l’oggetto è salvo! Tutto con molta, troppa naturalezza. Mi sforzo e
non bestemmio nelle lingue di babele, sarei stato decodificato. Con una smorfia
mi sforzo di non pensare a salvini, “il solidale” lo prende per un
sorriso da “tipo buono”, mi dà la mano e chiudo la partita pace e
patta. Schh silenzio, gli amici, i napoletani, non hanno visto niente! È solo
la solita, l’ennesima figura di me.
Si torna su
per gli scalini nella sede dell’associazione “Borgo di Marechiaro”.
Si era già notato da mare un discreto pubblico femminile dai vari
terrazzamenti. Erano le socie volontarie in rappresentanza del quartiere. È
assurdo pensi e ti ritrovi per giunta il pranzo con le specialità napoletane
apparecchiate all’aperto sotto l’ombrellone. È uno shock anche per noi terroni:
frittate di maccheroni, couscous…. Basta basta elenchi… c’erano poi i dolci
e la coca cola era gelata. Ma perché? Perché? Perché la napoletanitá ti
sorprende pure quando te l’aspetti. Erano solo felici di conoscere l’umanità o
di condividere la convivialità del pasto, ma forse a Napoli è la stessa cosa.
Potevano mangiare a casa loro e con i loro figli…ma a tavola in effetti ci
sono gli stessi atteggiamenti, le stesse discussioni di tutti i giorni come con
i cugini e nipoti. Infatti nel dopo pranzo, c’è stata improvvisamente l’urgenza
disperata di fumare una sigaretta nell’istante esatto in cui i fumatori avevano
buttato giù l’ultimo boccone. Ne è nata una discussione schietta sul piacere di
aspettare gli altri e di iniziare a ringraziare invece lentamente ciò che
stavamo ricevendo. Noi napoletani abbiamo cercato di iniziare dalla regola e
non dall’eccezione e veniva facile dirlo ad alta voce perché facevano finta che
lo stavamo insegnando agli altri.
Insomma è
stata una giornata che è andata al rovescio. Roba che neppure racconteresti sul
tram, figuriamoci in televisione.
Festa di fine anno al Centro interculturale Nanà di Napoli.
Il 4 Luglio 2019 si è svolta
la Festa di fine anno presso il Centro Interculturale Nanà, con la cerimonia
per la consegna dei Diplomi di Licenza media inferiore e degli Attestati del
Laboratorio di Cittadinanza attiva (realizzato all’interno del progetto Ragazzi
Sospesi/Never Alone).
Tra gli invitati vi erano i Ragazzi,
Assessori, insegnanti, operatori, amici e parenti. La festa si è svolta dalle
12:00 alle 17:00, seguendo un programma ricco di attività:
12:30 Incontro con l’Assessore al Welfare
Roberta Gaeta
13:30 Pranzo solidale multietnico, con cibo
preparato dai ragazzi delle Comunità
15:00 consegna dei Diplomi di terza media e
degli Attestati relativi al laboratorio di cittadinanza attiva (Progetto Ragazzi
Sospesi).
16:00/17:00 free party e free dance
Emozionante e gratificante è
stato il momento della consegna dei diplomi e degli attestati.
I minori e i neomaggiorenni
sono stati in grado di raggiungere nuovi obbiettivi di rilevante importanza.
Obbiettivi che hanno alle spalle un percorso socio – educativo lungo e
formativo, partendo dal corso di alfabetizzazione di base, passando per un
corso di italiano più specifico, e arrivando al raggiungimento del diploma di
terza media.
Il diploma, insieme agli attestati,
permette ai giovani ragazzi di avere degli strumenti adeguati per muoversi
autonomamente nella società, e per avere delle prospettive lavorative nel
futuro imminente.
La festa è stata anche un
momento per ringraziare il lavoro svolto nel corso dell’anno 2018/2019 dall’équipe
Msna della Cooperativa Dedalus, insieme ai preziosi tirocinanti e volontari.
Grazie a questo momento di
condivisione vi è stata l’opportunità di ricordare a tutti i partecipanti
quanto sia importante credere nella solidarietà, nell’accoglienza, nei diritti
delle persone, in un momento storico e sociale così delicato, laddove vi è
sempre più bisogno di fortificare quel senso di umanità e di solidarietà che è
presente in ognuno di noi.