Al mattino, libri di grammatica aperti per i gruppi di giovani provenienti da ogni parte del mondo. Margherita Torello ci illustra il percorso formativo – educativo di inclusione linguistica.
“Tutto il mondo, in lungo e in largo, in un aula”, con queste parole Margherita Torello, insegnante di italiano e responsabile “scuola area MSNA” (minori stranieri non accompagnati), sintetizza il suo lavoro alla cooperativa sociale Dedalus.
Dal Bangladesh alla Tunisia, dal Senegal all’Egitto. Le aule studio della sede centrale “Ex Lanifici” di Porta Nolana e quella del centro interculturale “Nanà” di Vico tutti i Santi accolgono, ogni giorno, ragazzi, ragazze e famiglie che con grande impegno ed interesse imparano una nuova lingua. ”Non è semplice per i nostri ragazzi apprendere l’italiano – spiega Margherita – i minori che frequentano il mio corso provengono da ogni parte del mondo e molti si trovano per la prima volta a dover apprendere un nuovo sistema di scrittura con nuovi caratteri”. Identità differenti, dunque, che si fondono in un’unica grande famiglia multiculturale. Tradizioni, esperienze e storie diverse ma unico è il progetto: quello della realizzazione di un nuovo percorso di vita autonomo ma integrato in una società proiettata sempre più all’intercultura ed alla convivenza pacifica tra diverse etnie. “Spesso ci si trova ad affrontare i problemi legati proprio ai primi rudimenti della scolarizzazione.
Purtroppo alcuni giovanissimi nel proprio Paese d’origine non
hanno potuto frequentare le scuole e quindi non sanno impugnare la penna o consultare un libro di testo. Il mio compito in questi casi non è soltanto quello di insegnare una nuova lingua – continua Margherita – ma di iniziare un percorso di scolarizzazione molto impegnativo. Insegnando, così, ai ragazzi la grammatica ed il vocabolario utile allo svolgimento della loro vita quotidiana e professionale, mi rendo conto con grande emozione che non sono solo io a contribuire alla loro formazione ma sono anche loro a darmi tanto. Con le loro esperienze, il loro vissuto, i loro racconti è uno scambio reciproco di emozioni e sensazioni forti racchiuse in un percorso di crescita condiviso ed appassionante.”.
Grazie, così, ai corsi di formazione linguistica offerti dalla Cooperativa De
dalus nelle sue sedi, i ragazzi già dopo i primi mesi sono in grado di sostenere un colloquio, leggere un libro, portare avanti una discussione e comprendere i dialoghi in un film italiano ( grazie anche al progetto cineforum ). Il fine ultimo di questo percorso formativo è dunque quello di formare, accogliere e rendere autonomi i giovani che si apprestano ad iniziare un nuovo progetto di vita, di inclusione sociale e professionale in un nuovo Paese, con la padronanza linguistica indispensabile per il raggiungimento di questi importanti obiettivi.
Claudia Cannavacciuolo
I ragazzi seguono quotidianamente i corsi di italiano presso le sedi “Dedalus”.

Le lezioni vertono su argomenti che riguardano la grammatica, cultura e lo svolgimento delle attività quotidiane.

“Spesso ci troviamo ad affrontare problemi legati alla tratta di esseri umani, violenze, percosse subite – spiega attentamente Edlir Sina – mediatore ed assistente sociale Dedalus – ragazze che non hanno raggiunto la maggiore età , madri di famiglia con bambini anche molto piccoli. Le difficoltà sono enormi , molti cercano di fuggire dall’oppressione degli aguzzini e da coloro che agiscono nel male privandoli della propria libertà, della propria dignità. Io come operatore sociale, come uomo e come padre ho il compito di accogliere e mettere in sicurezza e protezione le vittime di violenza . Il mio ruolo di mediatore – dice Edlir – mi permette di collegare mondi che apparentemente sembrano irragiungibili ma che con il giusto impegno possono incontrarsi anche facilmente: accolgo la richiesta di aiuto, mi occupo di trasferirla alle autorità territoriali competenti e seguo l’evoluzione della situazione fino al raggiungimento della soluzione. E conclude – non girerò mai le spalle davanti ad una situazione di pericolo .”
Dunque, la partecipazione attiva ed il sostegno rendono le attività svolte, nella sede di Vico tutti i Santi, un momento di grande vicinanza a tutti coloro che cercano un luogo dove liberarsi dalla paura ed affrontare il nuovo percorso di vita: si promuovono iniziative come laboratori linguistici, attività ricreative e sportive, partecipazioni a congressi e seminari, laboratori artistici ed espressivi e momenti dedicati al racconto delle proprie esperienze, alla lettura di un libro e percorsi scolastici interculturali. Ed ancora orientamento alla formazione ed al lavoro nonché all’erogazione dei servizi territoriali come l’ottenimento di documenti e ancora come la ricerca di un alloggio o di un percorso professionale formativo. Spiega Paola Loffredo assistente sociale della cooperativa Dedalus che opera principalmente nel Centro Nanà “ il momento più difficile è quello dell’approccio. I ragazzi che arrivano da noi sono spesso soli ed hanno vissuto momenti molto difficili. Chi è arrivato attraversando il mare in condizioni estreme o nascosto in un camion per giorni interi… molti sono richiedenti di protezione umanitaria. Bisogna creare un rapporto di fiducia, un’intesa che permetta loro di aprirsi in modo da poter ricostruire una storia personale. Così facendo è possibile capire le proprie necessità e trovare la strada giusta per avviarli ad un’autonomia personale e lavorativa. La nostra cooperativa dispone anche di alloggi e case di accoglienza – conclude Paola – tra i ragazzi si crea cosi’ un legame ed un sostegno a catena che ci permette di vedere crescere così la nostra grande famiglia muticulturale”.