Mi chiamo Sulayman Lowe e sono nato a New Jeshuwang, un quartiere del comune di Kanifing, in Gambia. Nella mia cittadina ci sono pochi abitanti e tutti si conoscono tra loro; per lunghi periodi infatti erano i miei vicini di casa ad occuparsi di me dal momento che mia madre, commerciante di stoffe, era molto spesso in viaggio ed io frequentavo l’istituto di Economia in città. Mio fratello maggiore è caduto combattendo come militare nel nostro Paese, mentre di mio padre ho pochissimi ricordi. Il mio viaggio verso l’Italia è iniziato due anni fa, due giorni dopo il mio sedicesimo compleanno, precisamente il 4 Febbraio 2015. Quando mi chiedono come sia la Libia io rido, è il paese dell’assurdo, dove di giorno ti arricchisci e di notte muori. Se chiudo gli occhi sento soltanto il rumore incessante degli spari.
Nei due mesi di permanenza nel Paese, ho svolto diversi lavori prima di raggiungere Sabrat e imbarcarmi verso l’ Italia. Il viaggio in mare è durato sei ore prima che la Guardia Costiera ci localizzasse. Sono arrivato in Sicilia a Giugno del 2016 e ho vissuto sei mesi in un centro di accoglienza a Pozzallo, tre ad Ispica e pochi altri a Gela.
Ora sono a Napoli da due mesi, frequento il centro Nanà dove studio l’italiano e prendo parte a tante attività. Spero di costruire qui il mio futuro, non mi dispiacerebbe diventare un calciatore ma ci sono troppi ragazzi che mirano a questo e la competizione è davvero alta. Ad ogni modo, sono un ragazzo volenteroso e credo che qualsiasi lavoro mi piacerà.
Sono felice di aver raccontato la mia storia.