L’Europa e noi

L’Europa e noi

Secondo incontro Efivos II

Quanto è possibile sentirsi effettivamente europei a Napoli? Quanto conosciamo di questa realtà a volte tanto astratta e per certi versi lontana che eppure ha una così grande capacità di influire sulla qualità delle nostre vite? Certe volte, il gap tra la vita quotidiana dei ragazzi che vivono sul nostro territorio e gli obiettivi della comunità Eu può fare paura, può far sembrare il “cambiamento” un miraggio nel deserto e inibire chi invece per questo cambiamento desidera ancora combattere. Ma il Centro Nanà non arretra!
Dopotutto è sempre così: il primo passo per sentirci parte di qualcosa molto più grande di noi è imparare a conoscerla, dialogarci, apprenderne i punti di vista e compararli con i nostri senza alcuna pretesa di adeguamento immediato ma con occhio critico e flessibile, aperto alla commistione di idee, opinioni e obiettivi. Molto spesso ci si sente lontani perché non si conosce e in questi casi l’ incontro può essere un vero e proprio salvavita. Ecco che tra le altre cose allora il Centro Nanà si propone anche  di avvicinare i giovani all’ Eu e alle sue politiche, il ché non significa nient’  altro che aprire ai giovani una finestra su  una vasta gamma di opportunità altrimenti sconosciute.  Non si tratta di un incontro semplice, c’è bisogno di una vera e propria mediazione  che renda l’ avvicinamento  possibile. Partecipando al progetto Efivos, il nostro Centro prova a realizzare finalmente un incontro reale  e a  svolgere questo importante ruolo da ‘intermediario’. I giorni 18 e 19 Luglio nell’ aula  del nostro Centro si è tenuto il secondo incontro sull’  Unione Europea; vi hanno preso parte più di 30 ragazze e ragazzi, i quali  si sono confrontati su tematiche d’ attualità  comprese  nella lista degli 11 obiettivi per i giovani Eu: la parità di genere, le società inclusive, la salute mentale e il benessere, la sostenibilità e la Green Economy. Lo scambio di opinioni è stato, per fortuna, intenso e ricco di spunti.  Durante il dialogo   sono affiorate le differenze culturali  tra i  partecipanti all’ incontro: giovani marocchini, pakistani, egiziani, bangladesi, tunisini, francesi e italiani; tutti hanno contribuito con la propria singolare individualità. Abbiamo parlato di sogni e obiettivi, di quello che noi in prima persona possiamo fare per migliorare la nostra realtà. La domanda più dibattuta è stata sicuramente  “Quali sono le cose più importanti per te?”; per alcuni la risposta è stata “un lavoro dignitoso e adeguatamente retribuito”,  dopotutto non è certo un segreto che nel nostro territorio,   più spesso di quanto ci faccia piacere ammettere, ai lavoratori più giovani sia riservato un trattamento spaventosamente vicino allo sfruttamento, con paghe ridotte all’osso e orari ingestibili, situazioni che purtroppo tendono ad aggravarsi qualora il lavoratore non sia di nazionalità italiana. Per altri giovani la cosa più importante è invece riuscire a trovare un’ abitazione, e anche in questo caso il particolare contesto locale non sembra dei più propizi: tra affittuari restii a redigere contratti a ragazze e ragazzi stranieri e la speculazione dei proprietari di immobili. Abou invece ci dice che ama viaggiare e che quindi non vede l’ ora di ricevere il suo passaporto per poter visitare liberamente capitali, spiagge e paesi; ma tanto si è parlato anche di  donne, che secondo tutti i piccoli partecipanti hanno diritto alle stesse opportunità degli uomini, obiettivo che quasi tutti i giovani considerano già raggiunto in Europa, certo in tale considerazione è complice l’esperienza della condizione della donna nei propri paesi d’ origine. Il nostro incontro si conclude così: all’ insegna di un civile confronto, di riflessioni diverse e non sempre da tutti condivise, di punti di vista alternativi che portano con sè tutto la storia di un vissuto particolare.  Insomma…l’esperienza è stata un successo, al centro di tutto c’è stato uno scambio orizzontale, paritario, senza alcuna pretesa di adeguamento verticale e , anche se abbiamo posizionato solo il primo mattone di un sentimento di appartenenza che dovrà crescere e rafforzarsi con gli anni , tutti noi ci auspichiamo che l’ Europa sappia essere casa come noi speriamo di essere buoni  inquilini.

Fede A.

Si fa festa!!

Si fa festa!!

La fine dell’anno scolastico è il momento più atteso dagli studenti di tutto il mondo , e ancora più  allegria  ed emozione racchiude questo giorno quando insieme alle meritate vacanze porta con sé anche un attesissimo diploma !
Il 26 luglio 2023 il Centro Nanà ha festeggiato  con  giochi, cibo e musica la consegna dei diplomi di terza media  ai ragazzi che hanno conseguito con successo l’ esame.  La consegna di un diploma, non importa di che tipo, è un momento esaltante: i nostri sforzi vengono riconosciuti e possiamo raccoglierne i frutti,   siamo consapevoli di aver superato una sfida e finalmente un vero e proprio documento attesta, in modo incontrovertibile, che siamo bravi in qualcosa . Figuriamoci poi quando il suddetto diploma ti è consegnato in un paese straniero, e attesta le tue abilità in una lingua che non è la tua lingua madre: la soddisfazione è inquantificabile!                                                                                          Un risultato del genere merita un degno festeggiamento in stile Nanà:  ecco allora tutti i ragazzi e gli operatori riuniti insieme,  tajin marocchino, riso Biryani  dal Bangladesh, una coloratissima  caprese,  tante altre pietanze e  una tavolata  di dolci.  Ovviamente non può mancare un buon accompagnamento musicale : hits marocchine ed egiziane hanno il predominio assoluto (e vengono effettivamente apprezzate da tutta la variegata platea) ma ogni tanto si riesce ad ascoltare anche qualche  canzone  Somala. Tuttavia non importa la provenienza del pezzo, c’è una sola cosa che conta  per la  nostra playlist multiculturale : che si balli!  E abbiamo ballato tutti quanti: qualcuno non è stato fermo nemmeno un’ istante, saltando come una molla e piroettando  come una trottola, qualcun altro è stato un po’ trascinato, ma si è divertito lo stesso! Questa consegna dei diplomi è stata tante cose: in primis  la soddisfazione dei ragazzi   e  l’ emozione piena d’ orgoglio delle insegnanti , poi la felicità di tutti gli operatori; è stata la condivisione di cibo proveniente da tutto il mondo, imparare a pronunciarne i nomi , ballare molto male ma con grandi sorrisi stampati sulle labbra,  e , soprattutto, è stato un pomeriggio d’ amore.     

Fede A.                         

Nanà ha il pollice verde

Nanà ha il pollice verde

Tra le piazze che vengono trasformate in sterminati deserti di cemento e i pochi parchi cittadini ridotti all’ osso , il verde a Napoli, chi la città la vive lo sa , è quasi un miraggio. Ampi viali ombreggiati, siepi fiorite, prati verdi livellati alla perfezione e parchi cittadini raggiungibili con poco cammino … e chi l’ha mai vist! Qui, per trovare refrigerio nelle assolate e afose giornate estive, dove i 30 gradi non suonano poi così male dato che si arriva tranquillamente ai 36°, è più facile chiudersi dentro che uscire fuori. Dopotutto, tra i pochi mezzi insistenti sovraffollati nei quali si sfiora la temperatura della superficie solare ( qui l’aria condizionata nell’ 80 % dei casi non c’è o non funziona) e gli orari d’ apertura e chiusura dei parchi cittadini che cambiano nemmeno fossero le scale di Hogwarts, chi ha voglia di farsi la croce e intraprende scomodi viaggi della speranza? Sicuramente pochi coraggiosi e instancabili romantici, ma la maggior parte di chi vive in città si rintana in casa, al gelo dell’ aria condizionata, disposto a rischiare ( ma più che un rischio è una certezza): mal di gola, mal d testa, congestione, contratture e dolori muscolari. Ma alla dittatura del cemento il Centro Nanà dice no. Dai disagi e soprattutto dalla speranza di vivere un domani in una città diversa, speranza che in qualche modo mette d’ accordo tutti (o quasi) , nasce l’ idea: noi non ci stiamo, e alla cultura della cementificazione rispondiamo con il recupero della bellezza del verde. Infatti il centro Nanà dispone di un piccolo spazio ricreativo esterno che sebbene avrebbe potuto ospitare : fiori, siepi, tralicci, aiuole e piante è stato invece ricoperto , indovinate da cosa? una bella lastra di cemento! Per fortuna ci abbiamo pensato noi! Così nell’ ambito del laboratorio “UrbaNArt” , insieme ai nostri ragazzi, il pomeriggio del 06 luglio, ci siamo sporcati le mani (ma letteralmente) e abbiamo costruito da soli la nostra piccola oasi verde cittadina. Abbiamo comprato sacchi di terra, raccolto semi e piccole piante grasse, costruito e decorato vasi sospesi e fioriere in legno e poi tutti insieme abbiamo riscoperto i nostri pollici verdi. Ci siamo “inguacchiati” tutti quanti di terra e di colore, qualcuno un po’ più preoccupato di rovinarsi i vestiti nuovi, qualcun altro che se avesse potuto si sarebbe immerso nei sacchi di terra , ma dal primo all’ultimo ci siamo divertiti e il divertimento è stata la conclusione perfetta per  “UrbaNArt” , il nostro percorso di scoperta culturale del territorio e produzione artistica artigianale.

Fede A.